In queste settimane sono stata presa da veramente parecchie cose da fare, molte delle quali decisamente fastidiose e poco piacevoli.
Tuttavia ho avuto modo di rilassarmi e darmi momenti di tregua in svariati modi, tra cui uccidermi di film svaccata sul divano come una foca spiaggiata, con birretta a portata di mano e rutto rigorosamente libero.
Ho accarezzato dunque l’idea di parlarvi in maniera approfondita dei singoli film visti ma sono venuta a patti con la mia incapacità di affrontare un qualcosa che assomigli ad una recensione, quindi mi limiterò a qualche parere in pillole su alcuni dei film che ho visto ultimamente.
Niente trame approfondite, perchè a) odio leggere spoiler fastidiosissimi quando voglio vedere io un film, figuriamoci se li propino agli altri, b) se proprio avete bisogno di leggere la trama per filo e per segno, ci sono decine di siti che le propongono in maniera decisamente migliore di quanto sarei capace di fare io.
Se anche voi avete visto questi film e volete commentarli con me, siete più che invitate a farlo nei commenti! Tuttavia, per rispetto di chi non li ha ancora visti, evitiamo clamorosi spoiler 😉
Il motivo principale per cui ho visto questo film è lui: Matthew McConaughey.
Ho sempre considerato quest’uomo un attore dimenticabile ma dopo aver visto True Detective (che meriterà un discorso a parte) mi ha sorpresa, colpita e conquistata!! Ero quindi curiosa di vedere altri suoi film e questo, venuto fuori da pochissimo, sembrava essere meritevole di essere visto.
Beh, well done Matthew!
E’ difficile entrare subito in confidenza con Ron Woodroof, elettricista texano tutto stivali da cowboy e testosterone, il cui punto più alto della giornata è ubriacarsi e scopare come un riccio indemoniato, per poi vantarsene al bar con gli amici il giorno dopo.
Diciamo la verità: quest’uomo vi starà sulle palle dai primi cinque minuti, tuttavia quando il destino se ne fa beffe e gli regala la sorpresa del virus dell’HIV, che negli anni settanta (epoca in cui è ambientata la storia) era a malapena conosciuto come “la piaga dei froci”, si comincia a guardar quest’uomo con occhi diversi.
La sua lotta a tratti sconclusionata, a tratti sorprendentemente geniale contro questo virus, la malattia, strutture mediche impreparate e soprattutto i pregiudizi di cui lui stesso si era riempito la testa fino al giorno prima, conquista e fa nascere una sincera ammirazione per quest’uomo.
Siamo ben lontani dalle atmosfere di Philadelphia. Niente studi scintillanti di avvocati rampanti, niente famiglie affettuose, momenti di elevazione spirituale e comprensione del valore della vita nonostante i suoi tiri mancini.
Qua ci si sporca con la polvere del Texas operario, ci si scontra con personaggi a tratti difficili da digerire e si impara a venire a patti con il carattere duro del protagonista.
Film assolutamente da vedere.
Nota di merito per Jared Leto, passato forse ingiustamente in sordina davanti ad un McConaughey effettivamente strabordante. Quell’uomo è da tenere sott’occhio, perchè come attore ha decisamente molto da dire (avete mai visto Mr Nobody? no? fatelo.)
Un consiglio: guardatelo in lingua originale. Merita per la parlata texanissima di McConaughey che ti schiaffeggia le orecchie e merita per l’irriconoscibile vocina di Leto.
Questo film me lo ha proposto l’uomo. Ne avevo ascoltato la trama con mezzo orecchio, quindi in verità quando il film è iniziato non avedo granchè idea di cosa stavo per guardare.
Posso dire che definire questo film come il solito polpettone “post-apocalittico-catastrofico-moriremotutti” non è solo riduttivo, è completamente sbagliato.
Vi dico solo questo: chi ha partorito questa storia ha una mente di cui avrei paura a scoprire angoli e anfratti…
Siamo in un futuro neanche troppo lontano, in cui l’umanità si è trovata ad affrontare una nuova glaciazione. Gli unici umani rimasti vivi sono contenuti all’interno di un lungo, lunghissimo treno che viaggia in un moto perenne per il mondo su un binario che si snoda per i continenti come un nastro di Moebius. La vita di questa briciola di umanità rimasta dipende dal treno, così come il viaggio del treno dipende dagli uomini in esso contenuti.
Già qua ce n’è per farsi solleticare la fantasia come in preda ad un attacco di orticaria.
Quello che succede all’interno di questo treno ve lo faccio scoprire da soli, anche perchè non basterebbe un articolo solo per spiegare esattamente cosa succede.
Non vi propino neanche palle del tipo “il treno come metafora della vita”, “un viaggio dell’animo recondito e oscuro dell’uomo” etc etc, perchè è uno di quei film che si presta a svariate interpretazioni, a seconda degli occhi e della mente che lo guarda. Dirvi cosa dovreste vederci in questo film, sarebbe direi molto pretestuoso da parte mia.
Posso però dirvi che in esso ritrovate un sapiente mix di spunti e citazioni di alcune delle migliori storie (letterarie e cinematografiche) di fantascienza raccontate negli ultimi 30 anni, tuttavia non si tratta di un esercizio di stile fine a sè stesso. E’ un film su cui vi troverete a riflettere anche giorni dopo averlo visto e sarà lì che pian pianino ritroverete gli spunti e le citazioni di cui parlo e sarà proprio lì che la vostra interpretazione della storia prenderà forme e strade sempre più perverse…
Non ve lo consiglio se non siete disposti ad immergervi in atmosfere cupe, soffocanti e stridenti. 😉
In un punto sperduto ed imprecisato dell’Inghilterra, Margaret Lea viene chiamata a scrivere la biografia di Vida Winter, un’eccentrica scrittrice inglese che in fin di vita decide di rivelare la storia della propria vita, sulla quale negli anni ha calato un velo fatto di clamorose bugie e informazioni contrastanti.
Una storia che presto si rivela essere ben lontana dalle romantiche atmosfere delle famiglie aristocratiche inglesi di austeniana memoria.
Quella raccontata da un’affascinante ed ammaliante Vanessa Redgrave, è una vita piena di chiaro scuri a tratti inquietanti, difficili da digerire e che non ti permettono di capire bene cosa è realmente successo fino alla fine (lo ammetto, adoro quando una storia riesce a percularmi in questo modo, ossia quando ti cambiano le carte in tavola non appena sei convinta di aver capito tutto!).
Ho visto questo film proprio ieri sera e ne sento ancora tutte le emozioni addosso, emozioni che ti si attaccano addosso come pece.
Le atmosfere in cui la vita di Vida Winter scorre, sono brumose, inquiete, disturbanti, in contrasto con una calma e placida campagna inglese che inghiotte nel suo silenzio ben troppi segreti…
Se lo volete vedere, guardatelo assolutamente in lingua originale. Togliersi il piacere di ascoltare voce e accento di Vanessa Redgrave (eomozionante in questo ruolo) sarebbe una bestemmia!
Ho scoperto inoltre che questo film nasce da un racconto di Diane Setterfield, intitolato anch’esso The Thirteenth Tale.
Inutile dire che anche il racconto è finito della mia wishlist.
Raccolta indifferenziata di pensieri e minchiate di una 40enne alle prese con il troppo tempo passato davanti al pc e il troppo poco tempo speso a cercare un buon spritz.
Raccolta indifferenziata di pensieri e minchiate di una 30qualcosenne alle prese con il troppo tempo passato davanti al pc e il troppo poco tempo speso a cercare un buon spritz.
Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana...
Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende....
Da quando ho cominciato ad usare un’agenda, non...