Sono sette anni che con il tango, quello argentino, ho un rapporto che Facebook definirebbe complicato. Complicato per svariati motivi, come ogni relazione che si rispetti si trova ad essere. Una delle complicazioni in questione è uno dei gesti chiave del ballare tango: l’invito. Ora, per chi non avesse mai avvicinato questo magico mondo, chiarisco le idee su tale pratica: dimenticatevi scene da film anni 80 di lui, bello, machomacho e tenebroso, che rapisce dal tavolo la povera donnetta sola e sconsolata prendendola vigorosamente per la mano, trascinandola in pista con 8 piroette consecutive, con spaccata finale e occhiata languida assassina e sospiro di lei. Ecco queste puttanate dimenticatele. Se davvero qualcuno osasse fare una cosa del genere, probabilmente lui avrebbe la mano sudata, tirando lei verso la pista perderebbe subito la presa causa sindrome da capitone scivoloso natalizio, lei rovinerebbe clamorosamente in mezzo alla pista a culo all’aria rivelando
Raccolta indifferenziata di pensieri e minchiate di una 30qualcosenne alle prese con il troppo tempo passato davanti al pc e il troppo poco tempo speso a cercare un buon spritz.
Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana...
Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende....
Da quando ho cominciato ad usare un’agenda, non...