Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana del bianconiglio, ossia vi ho introdotto al mondo del cuociriso. Se la cosa vi ha stuzzicato quel tanto da prendere in considerazione di acquistarne uno (per voi o per amici), vi sarete fatte la stessa domanda che mi sono posta io mesi fa: quale scegliere?! I modelli sono tantissimi e i costi possono variare in modo decisamente pesante, quindi come orientarsi? Ovviamente non posso farvi una review di ogni singolo modello o consigliarvi il modello esatto e perfetto per le vostre esigenze ma quello che posso e mi ripropongo di fare, è condividere la mia esperienza con due modelli che ho preso, sperando di potervi aiutare nella vostra scelta. Prima di tutto, una volta scoperta la varietà infinita di modelli, prezzi e marche, per orientarmi nella scelta mi sono posta dei requisiti che il mio primo cuociriso doveva avere: Economico trattandosi della
Diciamocelo: nonostante siano scarpe prodotte nella loro patria, i tedeschi negli ultimi decenni hanno fatto di tutto per fare una pessima pubblicità a questi sandali. E ci sono riusciti talmente bene che la prima cosa che viene in mente quando si pronuncia la parola “Birkenstock” è lui: il temutissimo calzino bianco teutonico, strizzato come un salame fra le cinghie di questo sandalo che bene o male tutti (o almeno tutti quelli che sono passati nelle località balneari nostrane, dal Veneto alla Puglia almeno una volta nella vita) hanno visto fin troppe volte negli ultimi 30 anni. Nonostante questa pessima pubblicità, il cazzuto sandalo non ha mai mollato la presa, attraversando i decenni fino ad arrivare ai giorni odierni con la placidità di un panzer corazzato. E vogliamo dirla tutta? A me piace! Mi sono fatta intenerire dalla sua immagine di sandalo nerd sfigatello e deriso e qualche anno fa mi
Quella che aveva detto a sè stessa “non riempirò mai la mia agenda di tutte ste puttanate”, guardando l’ennesimo video sul tubo di pazze invasate di Filofax… Quella che si era riproposta di mantenere una certa calma, dignità e classe nelle sue agendine… Ecco, quella, una volta trovatasi in una cartoleria in cui campeggiava la scritta “sconto del 30%” su tutta una serie di cosine, proprio quella persona, è stata preda di una regressione all’età prescolare a dir poco imbarazzante. Il resto esplicherà in modo alquanto limpido lo stato di imbarazzo misto a gongolosità che mi pervade in questo momento…
Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende. Ci ho provato mille volte ad essere brava, diligente e organizzata ma era palese che non era proprio cosa mia. Ora le cose sono cambiate: il lavoro porta con sè un sacco di appunti da prendere, orari da rispettare, consegne che cambiano deadline 5 volte, appuntamenti, trasferimenti, lavori, analisi, contatti…insomma l’essere organizzati non è più un optional ma una vera necessità. Per questo ho cominciato a domandarmi come potermi organizzare dato che la mia fedele Paperblanks è tanto bella (trattandosi della edizione felinoide) quanto però limitata nelle sue funzioni. Qua è entrata in gioco la mia amica Cami che mi ha aperto letteralmente aperto un mondo con una semplice frase :”io mi trovo molto bene con la Filofax, conosci?”. Ecco, io forse ero uno delle poche persone al mondo a non conoscere questa marca e il suo trisgazillione di agende per
Per chi non se ne fosse accorto perchè vive intrappolato a casa come Gollum o perchè vive alle Maldive, vi rendo noto un dettaglio: comincia a fare un freddo becco. Qua la temperatura non sfiora con il pensiero i 20°, neanche dentro casa dove io mi ostino a non voler già accendere il riscaldamento, pena il dover andare sotto ai ponti in pausa pranzo per arrotondare le entrate mensili. Siccome lavoro molte ore davanti al pc, ogni inverno arriva quel momento della giornata in cui mi tocca riattivare la circolazione sanguigna alle mani in ogni modo possibile: facendomi venire i crampi ai bicipiti per strofinamento mani stile maestro Myagi, bestiuzze autoriscaldanti dalle forme più improbabili con i noccioli di ciliegio dentro, mani sotto l’acqua calda, sequestro forzato di felino pelo-munito usato come manicotto, guantini autoriscaldanti usb. Niente però sortiva un effetto duraturo e godurioso come quello provocato da questo oggetto
Etsy.com. Parliamone. Uno dei miei luoghi di perdizione preferito da quando mi sono decisa a metterci mano. Mi piace tutto di questo sito: come si presenta, il concetto e la marea pressochè infinita di tesssori che si riesce a trovare. Si potrebbe descrivere come un enorme villaggio globale di artigiani, in cui gente di tutto il mondo apre la propria piccola bottega, nella quale mette in vendita i frutti del proprio ingegno e della propria manualità. Vi si trova di tutto: dai vestiti agli accessori, dai gioielli più raffinati e costosi alla bigiotteria, strumenti di lavoro, cosmetici home made, oggetti per animali, bambini, donne e uomini, vintage o nuove di pacca. Insomma se cercate qualcosa, molto probabilmente la troverete. E la cosa più bella è che molti di questi oggetti nascono dal riciclo di altri oggetti o parte di essi. Tutto arriva dal produttore al cliente, senza intermediari. Roba da
Raccolta indifferenziata di pensieri e minchiate di una 30qualcosenne alle prese con il troppo tempo passato davanti al pc e il troppo poco tempo speso a cercare un buon spritz.
Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana...
Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende....
Da quando ho cominciato ad usare un’agenda, non...