Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende. Ci ho provato mille volte ad essere brava, diligente e organizzata ma era palese che non era proprio cosa mia. Ora le cose sono cambiate: il lavoro porta con sè un sacco di appunti da prendere, orari da rispettare, consegne che cambiano deadline 5 volte, appuntamenti, trasferimenti, lavori, analisi, contatti…insomma l’essere organizzati non è più un optional ma una vera necessità. Per questo ho cominciato a domandarmi come potermi organizzare dato che la mia fedele Paperblanks è tanto bella (trattandosi della edizione felinoide) quanto però limitata nelle sue funzioni. Qua è entrata in gioco la mia amica Cami che mi ha aperto letteralmente aperto un mondo con una semplice frase :”io mi trovo molto bene con la Filofax, conosci?”. Ecco, io forse ero uno delle poche persone al mondo a non conoscere questa marca e il suo trisgazillione di agende per
Sono sette anni che con il tango, quello argentino, ho un rapporto che Facebook definirebbe complicato. Complicato per svariati motivi, come ogni relazione che si rispetti si trova ad essere. Una delle complicazioni in questione è uno dei gesti chiave del ballare tango: l’invito. Ora, per chi non avesse mai avvicinato questo magico mondo, chiarisco le idee su tale pratica: dimenticatevi scene da film anni 80 di lui, bello, machomacho e tenebroso, che rapisce dal tavolo la povera donnetta sola e sconsolata prendendola vigorosamente per la mano, trascinandola in pista con 8 piroette consecutive, con spaccata finale e occhiata languida assassina e sospiro di lei. Ecco queste puttanate dimenticatele. Se davvero qualcuno osasse fare una cosa del genere, probabilmente lui avrebbe la mano sudata, tirando lei verso la pista perderebbe subito la presa causa sindrome da capitone scivoloso natalizio, lei rovinerebbe clamorosamente in mezzo alla pista a culo all’aria rivelando
C’è poco da dire: rimane solo da amare la semplicità degli uomini. Parlo di quella semplicità logica e cristallina che spesso noi donne abbiamo perso per strada, nel tentativo di far entrare i cerchi nei quadrati delle nostre vite che, se non abbastanza complicate di loro, amiamo complicarci da sole ancor di più. Tu, dopo una cena a base di grigliatina in cui lui Tarzan prepara e doma il sacro fuoco e tu Jane cuoci con arte la suddetta carne, chiedi al tuo satollo uomo di darti una mano a mettere ordine. Prendi i rimasugli di un limone e con dolcezza chiedi all’amore della vita tua “puoi sigillarlo e metterlo in frigo?”. E il giorno dopo ti ritrovi in frigo questa scultura moderna, incellofanata in 3 metri quadrati di pellicola e che instabile domina trionfante il primo ripiano dell’elettrodomestico. In preda alle convulsioni isteriche derivate da un attacco irrefrenabile di
Raccolta indifferenziata di pensieri e minchiate di una 30qualcosenne alle prese con il troppo tempo passato davanti al pc e il troppo poco tempo speso a cercare un buon spritz.
Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana...
Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende....
Da quando ho cominciato ad usare un’agenda, non...