Ovvero come sopravvivere allo smart working!
Avendo lavorato da casa per più di 10 anni ho accumulato esperienza dopo una serie infinita di errori sulla mia pelle.
Dato il momento storico particolare in cui ci troviamo, credo possa essere utile condividere le mie esperienze nella speranza che possano essere utili a chi affronta per la prima volta il mondo del lavoro da casa.
In questo posto parleremo di come organizzare la postazione di lavoro a casa.
Potrei dirvi che tutto ha avuto inizio negli anni ’80, quando io e la mia amica Daniela ci ammazzavamo di Secret Agent sulla sua Amiga ma non sarebbe completamente corretto. All’epoca giocare un’ora al computer bastava per rompersi le palle e decidere di tornare a giocare giù in strada, con bici e pallone (ah! beata gioventù!). No, la scimmia è arrivata più tardi, con il mio primo computer, quello tutto mio: il mio 386. Regalatomi da mio padre che con fare quasi profetico mi disse “tieni e impara ad usarlo, che questo sarà il futuro”, quel computer penso di averlo brasato ennemila volte giocando con improbabili comandi dos. Sistematicamente, un amico di famiglia (colui che scelse per me il pc) veniva a riformattarlo. Alla decima volta mi disse “senti ma tu con ‘sto computer non ci puoi giocare come fanno tutti invece di incasinargli la vita?”. E così feci. Iniziarono
Seriamente, non avrei mai creduto di farlo ma mi ci sono trovata costretta: sono passata ad Android. Dopo l’ultima trasferta di lavoro per la quale ho dovuto trascorrere 10 ore in treno rincorrendo qualsiasi cosa somigliasse ad una presa usb o ad una presa di corrente per il mio 4S, ho deciso che forse era il momento di cambiare cellulare. Siccome non ero molto invogliata a dare 8/900 euro per avere un telefono la cui batteria mi durerebbe quanto -se non meno- quella attuale, ho optato per il mondo android (chi ha detto windows phone? eh? seriamente??). Dopo mille giri, al momento sto usando l’Honor 6 (da me ribattezzato in 30 secondi Hodor). Del passaggio dal mondo Apple a quello Android potremmo parlarne a lungo ma mi limiterò a dire che non è stato indolore. L’orticaria mista ad una improvvisa sindrome di Tourette che mi ha colto il primo giorno
Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana del bianconiglio, ossia vi ho introdotto al mondo del cuociriso. Se la cosa vi ha stuzzicato quel tanto da prendere in considerazione di acquistarne uno (per voi o per amici), vi sarete fatte la stessa domanda che mi sono posta io mesi fa: quale scegliere?! I modelli sono tantissimi e i costi possono variare in modo decisamente pesante, quindi come orientarsi? Ovviamente non posso farvi una review di ogni singolo modello o consigliarvi il modello esatto e perfetto per le vostre esigenze ma quello che posso e mi ripropongo di fare, è condividere la mia esperienza con due modelli che ho preso, sperando di potervi aiutare nella vostra scelta. Prima di tutto, una volta scoperta la varietà infinita di modelli, prezzi e marche, per orientarmi nella scelta mi sono posta dei requisiti che il mio primo cuociriso doveva avere: Economico trattandosi della
Lo ammetto:non avevo neanche la più pallida idea che esistesse una diavoleria del genere fino a qualche mese fa, quando la mia fidata pusher di desideri indotti Camilla me ne ha parlato. Da quel momento in poi, il Cuociriso è diventato mio fedele amico nei miei pranzi settimanali ed una presenza quasi fissa nel mio profilo di Instagram. Siccome in molte mi avete chiesto maggiori informazioni a riguardo, dal piccolo della mia esperienza con questo affarino qua, ecco due righe su questo mirabolante oggetto. Cuociriso: cosa essere tu?? Nella italica patria del risotto, questa domanda non è così scontata o banale: a che diavolo serve un cuociriso? Detta in poche parole, il cuociriso è una sorta di pentola elettrica che serve e cuocere il riso in bianco. Ok, direte voi ma a che pro usarlo se da sempre ci facciamo dei super risotti con una banale pentola!? Ecco, per sorpassare
Torno a parlare di agende presentandovi oggi una delle milgiori agende che mi è capitato di avere per le mani. Qualche post fa vi avevo parlato dell’azienda Van der Spek e delle loro agende custom, quello di cui non vi ho parlato invece è delle agende Touch Me, una linea che vale la pena di prendere in considerazione perchè fatta veramente molto bene! Il modello che vi mostro è la Touch Me in formato standard (equivalente alla personal di Filofax) nel colore nero. Ho guardato per lungo tempo queste agende senza mai decidermi a comprarne una e se mi chiedete un perchè, giuro che non ve lo saprei dire. Questo fino a quando ho trovato sul gruppo di vendita su Facebook questa Touch Me standard a prezzo veramente conveniente. Mi son detta “proviamo, se proprio non è cosa posso sempre rivenderla”, da quel giorno è passato più di un mese
Raccolta indifferenziata di pensieri e minchiate di una 30qualcosenne alle prese con il troppo tempo passato davanti al pc e il troppo poco tempo speso a cercare un buon spritz.
Nel precedente articolo vi fatto entrare nella tana...
Non sono mai stata una persona dipendente dalle agende....
Da quando ho cominciato ad usare un’agenda, non...